BREVE PROFILO
Madre Speranza di Gesù, al secolo Maria Josefa Alhama Valera, nacque a Santomera, provincia di Murcia, in Spagna, il 30 settembre 1893, primogenita di nove fratelli. Intorno ai 7 anni venne accolta nella casa del Parroco di Santomera, affidata alla custodia delle sue due sorelle nubili. A 12 anni ebbe un incontro del tutto “straordinario” con Santa Teresa del Bambino Gesù che le disse di essere venuta da parte del Buon Dio per comunicarle che, partendo da dove lei aveva finito, avrebbe dovuto cominciare a diffondere la devozione all’Amore Misericordioso in tutto il mondo.
All’età di 21 anni partì da Santomera per consacrarsi al Signore. Prima entrò tra le Figlie del Calvario, una Pia Unione in via di estinzione; poi in un Istituto, le Religiose di Maria Immacolata, dette anche Missionarie Claretiane.
Con il passare del tempo, diventò sempre più chiara la missione che la Divina Provvidenza le voleva affidare; per potersi dedicare a tale missione con maggiore libertà, Madre Speranza chiese la dispensa dai voti religiosi e fondò a Madrid, la notte di Natale del 1930, in mezzo a non pochi contrasti e in un contesto di estrema povertà, le Ancelle dell’Amore Misericordioso. La loro missione era quella di far conoscere l’Amore Misericordioso come un Padre pieno di bontà mediante la pratica delle opere di misericordia; la nuova Congregazione delle Ancelle aprì in pochi anni nel centro-nord della Spagna una decina di Case di accoglienza, impegnandosi in una grande
opera umanitaria, al di là di ogni colore politico.
Nell’anno 1936 Madre Speranza lasciò la sua Patria e si trasferì a Roma, sulla via Casilina. La permanenza di Madre Speranza a Roma durò circa quindici anni e vide: l’organizzazione di una mensa sociale per molti poveri, sfollati e operai, negli anni della seconda guerra mondiale; la costruzione della nuova casa generalizia delle Ancelle; l’accoglienza di numerose bambine nel collegio e di una grande massa di pellegrini,
durante l’Anno Santo del 1950.
A Roma, Madre Speranza fondò la Congregazione maschile dei Figli dell’Amore Misericordioso, il 15 agosto 1951. Tre giorni dopo, si realizzava il suo storico trasferimento a Collevalenza di Todi (PG), dove avrebbe trascorso l’ultimo trentennio della sua vita. Furono questi di Collevalenza gli anni della sua maturità spirituale ed apostolica, durante i quali si dedicò innanzitutto ad avviare e consolidare la sua Congregazione maschile, fondata con il fine specifico di rinsaldare la fraternità sacerdotale, operando il più possibile a beneficio del clero diocesano e sul piano spirituale e materiale. Un simile impegno fu poi coronato con l’approvazione diocesana nel 1968.
Questi di Collevalenza furono gli anni della costruzione del grande complesso architettonico del Santuario dell’Amore Misericordioso: qui, infatti, Madre Speranza presenta a tutti il messaggio dell’Amore Misericordioso e qui offre a tutti l’Acqua del Santuario, quale segno e strumento della Grazia divina con i suoi benefici sia spirituali
che corporali.
Prima della sua dipartita, vide approvati anche a livello pontificio i suoi Istituti Religiosi; ebbe la grandissima consolazione di incontrarsi, al Santuario di Collevalenza, con il Beato Giovanni Paolo II, nel novembre del 1981, dopo pochi mesi dall’attentato di Piazza San Pietro.
La presenza del Santo Padre in questo luogo, le sue parole e i suoi gesti furono il suggello ad una vita spesa completamente per la gloria dell’Amore Misericordioso, per il servizio della Chiesa e per il bene delle anime. Madre Speranza morì serenamente il giorno 8 febbraio 1983, all’età di quasi 90 anni.
IL CAMMINO VERSO LA CANONIZZAZIONE
Per la beatificazione di Madre Speranza, ci si sono stati due Processi canonici: quello sulla eroicità delle sue virtù (dal 1988 al 2002); quello su un miracolo ottenuto per sua intercessione (dal 2001 al 2013).
Il Processo sulla eroicità delle virtù (1988-2002)
La fase diocesana
Trascorsi per Madre Speranza i cinque anni dalla morte, secondo il diritto della Chiesa, la Famiglia Religiosa dell’AM chiese al Vescovo di Orvieto-Todi Mons. Lucio Grandoni, in data 8 febbraio 1988, di dare inizio alla fase diocesana del Processo di canonizzazione, il quale, con il parere favorevole di tutti i Vescovi Umbri e il nulla osta della Santa Sede,
in data 10 aprile 1988, decretò l’apertura della Causa, istituì un apposito Tribunale diocesano affiancato da una specifica Commissione storica e, il 24 aprile 1988, presiedette la prima sessione del suddetto Processo nella Cripta della Basilica di Collevalenza.
La fase diocesana del Processo canonico durò circa due anni; si concluse con un’altra sessione presieduta dallo stesso Vescovo Mons. Grandoni nella Cripta della Basilica, il giorno 11 febbraio 1990. Nell’occasione egli appose i sigilli a tutto il materiale che era stato raccolto per la Causa e constava di 52 volumi, rilegati e riprodotti in tre copie; dispose che la copia originale fosse consegnata alla Curia diocesana di Orvieto-Todi e le restanti due venissero consegnate alla Congregazione delle Cause dei Santi.
La fase romana
In data 12 giugno 1992, la stessa Congregazione emanò il decreto sulla validità giuridica del Processo diocesano; restituì una copia dei 52 volumi consegnati in precedenza; designò come Relatore della Causa il Sacerdote Mons. Josè Luis Gutierrez. Poteva così iniziare la stesura della sintesi generale di tutto il materiale raccolto, la cosiddetta “Positio super virtutibus” redatta in tre volumi con la direzione del Relatore e consegnata al Dicastero dei Santi il 12 giugno 1993.
Si trattava di attendere il proprio turno nella lunga lista d’attesa dei Candidati Beati, per affrontare l’esame della Causa, che si mise in marcia otto anni dopo. In un primo momento, la Positio fu esaminata per tre mesi da sette Consultori Teologi i quali, nella sessione dell’11 gennaio 2002, si espressero con voti unanimi e favorevoli. L’intera
questione fu sottoposta alla valutazione di diversi Cardinali e Vescovi i quali, nella riunione del 5 marzo 2002, si pronunciarono ugualmente con voti concordi e affermativi.
Il Decreto sulla eroicità delle virtù
Superate le due fasi di giudizio, si giunse finalmente al Decreto sulle virtù, promulgato da Giovanni Paolo II nella Sala Clementina, il 23 aprile 2002: esso offriva una sintesi della vita e dell’opera della Serva di Dio; descriveva la ricchezza della sua dimensione spirituale e morale; sanciva la eroicità delle sue virtù teologali e cardinali; le attribuiva il titolo di Venerabile.
Erano trascorsi 19 anni dalla morte di Madre Speranza: un tempo breve, se confrontato con la maggior parte delle altre Cause.
Il Processo su un miracolo ottenuto per sua intercessione (dal 2001 al 2013)
Il miracolo ottenuto per sua intercessione (1999)
Si tratta della guarigione rapida, completa, duratura, ritenuta non spiegabile scientificamente, avvenuta a Cilavegna presso Vigevano nel 1999, del piccolo Francesco Maria, di un anno di età, colpito da intolleranza multipla alle proteine. Il bambino, nato nel luglio 1998, quaranta giorni dopo la nascita manifesta i primi sintomi della malattia e deve essere nutrito con latte di soia. Nonostante ciò, nel mese di novembre 1998, continuano i fenomeni allergici. Nel giugno 1999 si rende necessario un ulteriore ricovero in ospedale.
Casualmente, guardando la televisione, la madre del bambino viene a sapere di Madre Speranza e dell’acqua “prodigiosa” del Santuario di Collevalenza; si procura l’Acqua dell’Amore Misericordioso, che il bambino comincia a bere il 28 giugno. Domenica 4 luglio, dopo cinque giorni, in occasione della festa del primo compleanno, si costata che il bambino mangia qualunque cibo, senza più disturbi digestivi e cutanei. Il 25 agosto l’esame di laboratorio conferma la cessazione dei fenomeni allergici e verifica anche la normalizzazione della permeabilità intestinale, che di solito invece permane vita natural durante, anche dopo l’acquisizione della tolleranza alimentare.
Il giudizio medico-scientifico
Lo studio di questa guarigione ha avuto un percorso lungo e articolato con una ventina di medici e periti; due passaggi successivi all’esame dei periti ex officio; due riunioni della Consulta Medica con valutazioni non del tutto convergenti.
La Consulta Medica, riunitasi il 1° aprile 2004, riteneva che la malattia consistesse semplicemente in una intolleranza alimentare, meno grave di una forma allergica: una patologia abbastanza frequente nei primi mesi di vita che si risolve con un adeguato
periodo di tempo. In conclusione, all’unanimità si convenne che la guarigione, sebbene “abbastanza rapida, completa, apparentemente duratura” fosse “scientificamente spiegabile”.
Dopo tale parere, la Postulazione ha procurato altri documenti e relazioni mediche. A questo punto il Dicastero richiedeva il parere medico a un perito ex officio, per il quale la guarigione, a motivo della sua rapidità, “sembrava non rientrare nei limiti abituali di quanto avviene nella fisio-patologia clinica” e perciò “il caso poteva essere preso in considerazione”.
Il 14 giugno 2012 aveva luogo, su autorizzazione della Congregazione, la seconda riunione della Consulta Medica, per riesaminare il caso alla luce del nuovo materiale raccolto. Il parere positivo sulla inspiegabilità scientifica della guarigione veniva dato da una qualificata maggioranza.
La valutazione teologica
Superato l’esame scientifico dei Medici, rimaneva ancora la valutazione spirituale dei Consultori Teologi, emersa con voto affermativo e unanime del 17 novembre 2012; il 18 giugno 2013 c’è stata la decisione ufficiale dei Cardinali e degli altri Vescovi. Il rapporto tra la guarigione e l’invocazione rivolta a Madre Speranza appariva evidente per la supplica univoca da parte dei familiari, specialmente nei cinque giorni in cui il bambino beveva
l’acqua del santuario prima della guarigione. Fu convinzione fermissima e appassionata da parte di tutto l’ambiente familiare di aver ricevuto la grazia di una guarigione miracolosa per intercessione di Madre Speranza.
Con certezza morale si poteva quindi ritenere soprannaturale quoad modum la guarigione di Francesco Maria.
IL Decreto sulla Beatificazione
Si approdava così al Decreto per la Beatificazione della Venerabile Madre Speranza Alhama Valera, firmato – durante il Pontificato di Papa Francesco – dal Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato SDB, il 5 luglio 2013. Ora mente e cuore tendono alla Solenne Beatificazione, la quale – a Dio piacendo – avrà luogo a Collevalenza, il 31 maggio 2014.