– Nell’Anno della Vita consacrata –
Sei bellissimo, Dio!
Un selfie con Dio
Tutto per Amore
Caro Dio,
oggi la mia anima ha deciso di chiederti una cosa: lo faresti un selfie?
Lei vorrebbe assomigliarti un pochino e crede che se Tu accettassi… potrebbe finalmente vedere il tuo Volto!
Come sei, Dio? Sorridente o accigliato? Hai gli occhi azzurri, verdi, marroni… o neri? Ce l’hai la barba?
Quale posa preferisci, Tu che sei padre e madre; che sei tutto: dolcezza e rigore; accogli e correggi, provochi e consoli?
Nel quadro de L’adorazione dei Magi di Botticelli, che abbiamo contemplato con i giovani il 30 dicembre, ultimo di un ritiro di tre giorni, sei così piccolo, mentre ti consegni al più anziano dei Magi, dentro una casa in rovina…
I personaggi del quadro sono tutti nobili e importanti. Mi chiedo se, invece, non ti dispiacerebbe farti vedere in mia compagnia.
Ce la farebbe la mia anima a postare la foto in un Social Network che riesca a supportare la tua grandezza?
Tu sei Re e lei contadina.
Tu sei grande, lei piccina.
Tu sei luce, lei sta spesso nell’ombra.
Insomma, se ti abbassi a tanto, perdi il tuo buon nome: la tua potenza diventa debole, la tua grandezza viene umiliata, la tua luce si ottenebra.
Potrai sopportarlo?
Permetti una domanda
E soprattutto: una volta che la mia anima si fa un selfie con te, siamo sicuri che finisce lì e ognuno torna a casa sua?
Tu in Cielo, Lei in terra e… amici come prima?
Siamo sicuri che Lei non avrà una tale nostalgia di te, fino a scegliere di lasciarmi sola, per sempre?
Senza la mia anima, sono perduta. Anzi: sono morta!
E se ti vedesse, non avrebbe una voglia matta di parlarti, di farti qualche domanda? Tutti diciamo che, una volta giunti al tuo cospetto, avremmo da farti qualche domandina…
Chiederti il perché di quello che non abbiamo capito, accettato, offerto.
Ma Tu, che fai? Rispondi o fai il vago come con il giovane ricco?
A volte non sappiamo come parlarti: ci interroghi quando ci rivolgiamo a te con il titolo di “Maestro buono”, ci metti in crisi quando ti facciamo dichiarazioni di fedeltà assoluta, ci confondi quando ci chiami “amico” nel tradimento, restiamo a bocca aperta quando pronunci il nostro nome in maniera inaudita, perché ti cerchiamo fra i morti, mentre tu sei vivo!
Più invecchio, più conosco persone che nella vita hanno sbagliato direzione; hanno scelto la strada dissestata, o per paura di cadere nel burrone del fallimento, tirano a campare e rimandano la scelta all’infinito.
Sono utili alla società, buoni cristiani davvero… Ma non sono felici!
Credo che qualche domanda da farti ce l’abbiano. Permetti che te le faccia io?
Insomma: ti fai sentire, ti fai vedere, o no?
Mi hai forse dimenticato? Se mi hai scelto fin dal grembo di mia madre, non dovrei saperlo?
Che colpa ho, se mi chiami e io non sento la tua voce?
Insomma: mi vuoi bene più di tutti gli altri?
Segni particolari: bellissimo!
Scusa, Gesù, se mi sono lasciata andare… Lo so che mi vuoi bene. Mi vuoi bene più dei miei genitori, degli amici, dei fratelli e sorelle. Hai dato la vita per me.
Ho fiducia che Tu sei bontà, verità, bellezza. Vorrei avere occhi per accorgermi dei mille e mille segni della tua bellezza.
Come tanti semi, Tu li hai sparsi abbondantemente nel Creato e nelle creature.
Che cosa posso fare per riconoscerli?
La Beata Speranza li ha visti, li ha riconosciuti e testimoniato la tua bellezza.
Ci ha spiegato che per riconoscerli, anche noi dobbiamo entrare in estasi.
“Che cosa è l’estasi? (…) L’estasi è lo stato dell’amore”; “uno slancio dell’anima che esce totalmente da sé per unirsi a Gesù”.
L’estasi è il miracolo della conversione: dalla nostra alla Sua volontà, dai nostri progetti al Suo disegno, dal nostro mondo al Suo regno, dalle nostre vie alla Sua Via, l’unica che salva.
In questo passaggio, a volte drammatico, non perdiamo la bellezza originaria, perché Tu non annulli la nostra identità, né tantomeno la volontà: se vogliamo, possiamo conformarla alla tua, semplicemente. E ciò che sembrava diviso, diventa uno.
L’estasi è “il prodigio d’amore” che solo Tu puoi compiere, “aiutandoci a cercare e vedere ovunque” il tuo “amore infinito”.
Estasi è amare. Amare è servire. Servire è regnare.
Regnare con te, dopo averti seguito e “posto il nostro amore, la nostra gioia, non in noi stessi, né in alcuna cosa creata, ma nel tuo Amore misericordioso” (cf. Consigli pratici, 64-65).
Come vorrei che la mia anima potesse accogliere questo destino, una volta per sempre.
Scegliere sempre di dare… la vita come te, dicevamo con i giovani del Capodanno in famiglia…
Tutto allora sarebbe bellissimo: la musica e il silenzio, l’alba e il tramonto, il mare e la neve, la leggerezza di una danza, lo sguardo di un sacerdote che dona il perdono, o quello della mamma quando ci rimbocca le coperte e benedice (alcune delle cose belle che abbiamo condiviso con i giovani del nostro cammino)… perché tutto parlerà del tuo amore.
Quando l’egoismo ci vela gli occhi, donaci il coraggio di piangere, perché, con sguardo puro e attento al dolore del mondo, sappiamo abbracciare la nostra vocazione.
Se corriamo, camminiamo, trotterelliamo, magari sbuffando (refunfuñando) dietro di te, ci farai pescatori di uomini, per la loro e la nostra felicità.
Tutti in barca, allora, per un selfie con te!
Nella nostra nuova foto del profilo, su whatsapp o su facebook, ci sarà il tuo Nome e fra i segni particolari, una sola parola di commento: Sei una bellezza! Sei la Bellezza!
Insomma: sei bellissimo!
Cheeeeese! Click!
Arrivederci al prossimo selfie con te!
Buon anno, Signore e… grazie!
Sr. Erika di Gesù