Battaglia di Madre

Per quaranta giorni

Prima carezza

Non ricordo qual è stata la mia prima carezza: quella ricevuta, quella donata.

Non è facile accarezzare. Le carezze possono essere fraintese.

Mentre, per quanto dipende da noi, devono essere libere e semplici.

La vita è una scuola, un apprendistato. L’arte di accarezzare per amore si impara, per dire con un gesto ciò che non dicono le parole.

Madre Speranza, anzi, la Beata Speranza di Gesù era brava a donare carezze.

Con quelle mani grandi, incatenate nella preghiera.

Rapide nel lanciare caramelle o fare mortadella.

La Madre metteva le sue mani sulla testa dei “figli” e lo faceva a lungo, per benedirli prima della loro partenza per la battaglia, quasi intenta a spulciare via… i pidocchi dei cattivi pensieri!

Il campo di battaglia

Sì, perché, se potessimo leggere nella nostra testa o meglio, il cuore – come Gesù, per natura, o piuttosto come la Madre, per grazia – chissà che spettacolo!

Come pidocchi, i cattivi pensieri succhiano il sangue delle loro vittime, restano attaccati saldamente ai capelli con la loro unghia, sono irritanti e molto resistenti agli schiacciamenti; fra l’altro sopravvivono anche mezz’ora senza respirare!

A volte, sarebbe comodo avere il microscopio per vederli meglio e un buon insetticida per liberarci dalla loro infestazione!

In molte occasioni, vorrei capire: Chi sono “io” davvero? Amo veramente? Inoltre, che specie di persona sei “tu”? Infine, quali sono i miei alleati nella lotta? E qual è il nemico da combattere… dentro o fuori di me?

In questi giorni estivi, con i ragazzi che frequentano le nostre comunità e partecipano alle attività che abbiamo proposto, mi trovo spesso in battaglia.

Per spiegarmi meglio, faccio parlare la Madre:

«La vocazione considerata in se stessa è di due specie, cioè si realizza in due diversi campi e sotto due bandiere opposte.

Lucifero, seduto sul suo trono di fuoco, invia i suoi spiriti maligni a chiamare gli uomini perché si arruolino sotto la sua bandiera promettendo loro molti piaceri: la concupiscenza della carne, l’avarizia degli occhi e la superbia della vita. In realtà, la fine di coloro che lo seguono è un giogo di ferro e di dolore.

Gesù seduto in luogo povero, mite nell’aspetto, invia i suoi umili discepoli, a lui simili, e chiama tutti gli uomini. Negando a tutti quello che promette Satana, dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”». (M. Speranza di Gesù, La Passione).

Mi guardo intorno, resto ammirata dalla disponibilità dei ragazzi, dalla loro generosità e un attimo dopo mi devo ricredere perché ne hanno combinata qualcuna, più o meno grossa!

I giovani sono buoni, ma a volte pensano di essere cattivi, credono più di noi e si spacciano per non credenti, protestano perché “non gli va” di andare a Messa, ma poi non fanno una piega durante la celebrazione; sono degli animatori promettenti al raduno ragazzi, durante il campo servizio, al piccolo oratorio, allo stesso modo trascurano appuntamenti importanti per la loro crescita umana e cristiana. Si fanno vedere tutti i giorni… e stanno mesi senza farsi sentire.

Ho l’impressione che credano di farcela da soli… a vincere la battaglia!

O Capitano, mio Capitano!

Nei giorni scorsi, mentre eravamo a Fermo, ci ha raggiunto la notizia della morte di Robin Williams, un famoso attore americano, molto amato dai ragazzi.

Forse anche lui, come molti “grandi”, si è trovato da solo e ha ceduto le armi…

Nessuno può combattere al nostro posto. Tutti siamo arruolati… ma tutti possiamo scegliere sotto quale bandiera, in quale campo e per ottenere… che cosa? Quale ricompensa?

La Madre, nella sua ultima battaglia, non era sola. Era circondata da un grande numero di “figli”. Anche oggi, sono tante le persone che sostano alla sua tomba. Piangono, poggiando sulla tomba la testa, perché la Madre spulci via i pidocchi dei cattivi pensieri. La abbracciano, perché mostri loro la palma della vittoria! Pregano con Lei, che è beata perché ha conquistato la Vita eterna! Il Paradiso. Il Cielo!

Se solo riuscissimo ad arruolare i ragazzi nel campo… dove la ricompensa è il Cielo!

Ma il primo campo dove possiamo combattere la battaglia della vita, alla guida di due capitani così diversi… è la nostra testa, o meglio il cuore…

Ragazzi, fidatevi del Capitano giusto! Dell’Unico Capitano! Sventolate la sua bandiera! Indossate la sua divisa!

Perché così, nel giorno luminoso in cui, al termine della battaglia, giunti ormai davanti al grande Cuore di Cristo, con le labbra dischiuse a dirci il suo Amore, il nostro piccolo cuore avrà bocca per gridare:

«Oh! Capitano, mio Capitano il tremendo viaggio è compiuto, La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.…»

(W. Whitman, In memoria del Presidente Lincoln).

Abbandonati tra le Sue braccia, come bambini, da Lui riceveremo la nostra prima vera carezza!

Maria, “la Madre”, e poi la Beata Speranza correranno da noi e stretti a Gesù, nostro Capitano, vivremo vincenti e felici, in un abbraccio eterno!

Tanti auguri per qualche buona carezza in tempo di battaglia!

Sr. Erika di Gesù