Storia di J., mistero IV*

IL CANTICO MAI CANTATO

*continua dai numeri precedenti

Messaggi d’amore

J. apre il pc, annoiato.
Facebook lo aspetta: schermo di un mondo curioso.
Foto di amici. Spezzoni di film, sempre gli stessi.
Le sue foto del sole. Alba e tramonto, sempre diversi. Magnifici.

 
Immagini varie, vignette provocatorie. Le più intelligenti fanno sorridere.
Si ferma un istante in più a fissare braccia maschili, tatuate, che avvolgono una ragazza non troppo vestita.
Niente a che vedere con i suoi abbracci. Sì, forse ancora infantili, ma liberi!
Quel ragazzo sembra ghermire una preda, più che abbracciare una donna!
Sia lui che lei hanno il volto nascosto. Sembrano corpi senz’anima.
Mah! L’amore è un’altra cosa. E lui può dirlo…
Ad un certo punto ha un fremito. C’è un messaggio! Di Marta!
Caro J., mi manchi. E io ti manco?
Qua a… è un inferno. Vorrei tornare a casa, la mia vecchia casa. Dai miei amici. Vorrei tornare da te! Mi credi? Puoi perdonarmi?
E adesso? È confuso da morire. Che cosa risponde? Fino a qualche giorno prima, avrebbe dato la vita per un messaggio del genere. Ora… non è indifferente, certo, ma non sa che dire.
Tachicardia e mente piatta! Non riesce ad avere un’idea sensata! Quale carta giocare?
Scrivere “Mi manchi anche tu” è scontato.
Fare il duro dicendole “Non sai quanto mi hai fatto soffrire” è stupido.
Non rispondere: peggio ancora!
Ci sarà qualcuno a cui chiedere aiuto, consiglio? Qualcuno che di amore ci capisce?!

Marta… e Maria!

Butta un occhio sull’Icona, sopra il suo letto. Già, uno che di amore ci capisce è Lui.
L’Unico che ci capisce!
Ma Gesù si è mai innamorato?
J. legge la Bibbia, ogni tanto, soprattutto il Vangelo, ma non ricorda l’amore di Gesù per una donna in particolare.
Una Marta c’è, anche nella sua vita. La sorella di Maria e di Lazzaro.
J. l’ha sempre immaginata una donna di casa grassottella. Con il vizio di comandare troppo!
Maria, invece, chissà? La più giovane… magari era carina! Di solito preferisce ascoltare; sembra tranquilla. Ma non passiva!
Quando prende il profumo di nardo, preziosissimo, e cosparge i piedi di Gesù con quel profumo, asciugandoli con i suoi capelli, fa il gesto di un’innamorata!
Gesù la difende pubblicamente, contro il commento ipocrita di Giuda: questo non significa che sia innamorato di lei. Anzi, non sembra affatto.
C’è un’aria così solenne e tragica in questa pagina di Vangelo!
Spira vento di morte, non brezza di primavera.
Possibile che Gesù non abbia mai provato il brivido dell’amore?
Maria… e Giuseppe!

Gesù forse no… ma sua madre, sì! Anche lei si chiama Maria!
La sua storia comincia con un “fidanzamento” particolare! Maria era legalmente sposata con Giuseppe, ma doveva passare un po’ di tempo prima che potessero vivere insieme.
Questi erano i tempi e i costumi.
Il contrario dei nostri. Prima si vive insieme, poi, sempre che vada bene, ci si sposa.
Giuseppe: un altro che non parla mai… con le parole, ma solo con i fatti.
J. sospira, guarda l’icona di Gesù, intravede un altro sguardo, quello della madre.
Al suo fianco, una presenza maschile, senza tatuaggi sulle braccia, ma con i calli sulle mani: «O Maria, se ti sei sposata, ti sei innamorata! Che cosa devo dire alla mia Marta? E tu Giuseppe? Su, parlatemi!».
Chi è costei che sorge come l’aurora,
bella come la luna,
fulgida come il sole?
A ragione di te ci si innamora!
Il mio amato è mio e io sono sua;
egli pascola fra i gigli.

Che ridere quando la catechista ha letto a J. il Cantico dei Cantici!
Ma adesso gli sembra che Giuseppe e Maria possano osare tanto!
Amore umano mai cantato abbastanza, quello di Giuseppe e Maria!
J. immagina lei: giovanissima, bella come la luna, ma donna. Non dea.
Madre di Dio, lo diventa per grazia.
Poi immagina lui: timido, onesto, ma uomo. La voce profonda, mentre legge il Cantico mai cantato alla sua sposa. E non gli si strozza in gola, quando vede quel grembo crescere inaspettato. Si vela di un grido, sì, ma senza domandare nulla a Dio!
Senza note di lamento.
È Dio che gli viene incontro, nel sogno.
E Giuseppe si apre a un amore rinnovato.
Amore che si sacrifica e si dona in vista di una chiamata più grande!
L’amore non sempre si manifesta. Anche se incendia le viscere!
Quante carezze e baci non dati, fra Giuseppe e Maria!
Sono loro che prendono J. per mano e gli fanno vedere, sentire, toccare la possibilità di un amore non platonico, ma verginale.
«Vergine? No, grazie». Sembrano dire le sue amiche quando lo mangiano con gli occhi!
La coppia di Nazareth, invece, per custodire il mistero del Figlio senza tradire l’amore, innalza l’amore a vette mai esplorate!
C’è solo un vento, simile alla brezza leggera di primavera, maestro di questo Amore!
Un vento che soffia dove vuole.
J. registra un file audio e lo spedisce a Marta. La sua voce sussurra un cantico mai cantato e dolcemente dice:

Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
E Marta che cosa risponderà?

Il seguito al prossimo mistero.