Raggiunta la vetta, se la giornata è limpida si guarda tutto il cammino percorso, per misurarne l’ampiezza, per contemplare nel suo insieme l’immenso panorama che prima si è ammirato nei particolari. È un simbolo di ciò che la festa della SS. Trinità ci chiama a fare, a conclusione della celebrazione del mistero dell’Incarnazione e della Redenzione. Dio è il protagonista della storia della salvezza; ma non un Dio astratto, solitario: è il Dio comunità di amore, Padre, Figlio e Spirito Santo. La fede nella SS. Trinità è così espressa nel prefazio di oggi: “Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo Signore, non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza…. E nel proclamare te Dio vero ed eterno, noi adoriamo la Trinità delle Persone, l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina”. Agostino nel suo De Trinitate così prega: “Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede, per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con l’intelligenza ciò
che ho creduto, ed ho molto disputato e molto faticato. Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa.
Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto ricevimi quando
entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni, fino a quando Tu mi abbia riformato interamente”.(Agostino)
Per chi è in ricerca, la Chiesa deve professare che l’Eterno fatto storia non è un dominatore, ma un compagno di strada, che conosce i sentimenti, i tempi d’attesa, le ansie, le domande frequenti e rispetta qualsiasi scelta, anche la più dolorosa, perché ama: è il Dio della libertà nella possibilità di trovarLo. Chi, invece, è nel dubbio, la Chiesa deve annunciare, nella libertà delle coscienze, la verità, la bellezza di appartenere al popolo dei salvati. Dio si rivela a noi per renderci felici, si rivela a ciascun di noi per rivelare agli uomini il mistero della tua vita. A noi la libertà di seguirlo. La solennità di oggi, dunque, svela il volto di Dio, l’amore, e la modalità per riconoscerLo:aprirsi alla comunione d’amore della Trinità. Celebrare il mistero della Trinità, allora, non significa perdersi in speculazioni intellettuali: non arriveremo mai alla piena conoscenza del mistero trinitario; significa, invece, accogliere la libera e gratuita auto-comunicazione (libera iniziativa) di Dio nella nostra storia. Dio si è rivelato amando, e nel Suo amore, che ha vinto il male con la croce del Figlio, ci ottiene la partecipazione alla vita divina, che ci viene manifestata con il dono dello Spirito. Così, nel mistero della croce sono presenti le tre Persone: il Padre che dona al mondo il Figlio per salvare l’uomo; il Figlio che porta a compimento il disegno del Padre; lo Spirito che anima la nostra esistenza fino a trasformarla. E questo è il vero volto di Dio: la Sua auto-definizione manifesta che il suo amore misericordioso fonda la solidarietà degli uomini fra loro. Aprirsi al mistero della Trinità, rispondere al Suo amore, evidenzia, perciò, che Dio è talmente parte di noi da renderci fratelli.