La Sacra Scrittura si apre e si chiude con annotazioni temporali: «In principio Dio creò…» (Gn 1,1); «Sì, verrò presto» (Ap 22,20). Il tempo storico nella mentalità dell’uomo biblico è ritmato dai grandi interventi di Dio nella storia, tanto che la storia del mondo diventa una storia della salvezza. Diverse volte nel tempo di Natale abbiamo ascoltato queste parole: Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio….Cari amici da quel giorno santo l’Eterno si è fatto tempo e il tempo per noi diventa kairos cioè salvezza che ci viene proposta. Basta accoglierla. Questa storia sale faticosamente verso Cristo che ne rappresenta il culmine e lo sbocco finale. Cristo ha coscienza di questo, quando all’inizio della sua predicazione dichiara espressamente: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino…» (vangelo). Con lui è giunta la «pienezza dei tempi». Egli introduce nella storia l’elemento definitivo e discriminante per cui possiamo dire: prima….. ora. «Prima eravate senza Cristo, …estranei ai patti della promessa»(Ef 2,12). «Ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne» (Col 1,22). La conversione al vangelo di Gesù Cristo rappresenta per ogni uomo un mutamento di èra, un passaggio dal mondo presente al mondo futuro, dal tempo antico che va verso la rovina, al tempo nuovo che cammina verso la piena manifestazione. Convertirsi, “metanoein“ nell’originale greco, non è solo riconoscimento dei propri errori, ma cambiamento radicale, di mentalità e di comportamento, che ha un parallelo nel classico verbo dell’ebraico antico (“shuv” = ritornare), per indicare, secondo la predicazione dei profeti, il ritorno a Dio, da cui ci si era allontanati con il peccato (cfr. Ger.8,6 e Osea 14,2-3). Il Vangelo di Gesù è buona notizia, nel senso che il Dio di Gesù Cristo è la buona notizia per l’uomo. Dio è buona notizia perché Gesù Cristo è il Suo amore manifestato in carne e ossa.
“Credere nel vangelo“ vuol dire accogliere con intima gioia l’offerta di salvezza che viene da Dio, prestar fede alla “buona notizia” del Nazareno e farla propria, nella consapevolezza che la salvezza è garantita proprio dal messaggio e dalla persona di Gesù.
“Credere nel vangelo“ vuol dire essere in comunione con Cristo, condividere la sua esperienza, camminare con Lui, fiduciosi di trovarci sulla strada della libertà e della vita.
Mentre Giovanni sta nel deserto, presso il Giordano, e i peccatori vanno a lui; Gesù va incontro agli uomini, va a predicare in Galilea, va in mezzo alla gente, non va nel tempio, va nei luoghi della vita: è Lui il Regno di Dio che si avvicina e dice: “Venite dietro a me!”. Simone e Andrea lo seguono; Giacomo e Giovanni lasciano le reti e la barca e lo seguono. La conversione è seguire Gesù, accostarsi alla sua persona, instaurando una relazione personale con Lui. È anche, da subito, una chiamata che porta a dirigersi verso tutti gli uomini: Vi farò pescatori di uomini! Il Signore ci conceda di aprire il nostro cuore alla sua parola, di aderire al Vangelo per annunciare Gesù e la bellezza della fede in Lui.